Foto Giorgio Termini

MATTA in SCENA 2023
Residenza teatro a cura di Annamaria Talone

Un’andatura un po’ storta ed esuberante
EMERSIONE N. 1

RESIDENZA 11-16 aprile 2023 | Spazio Matta
un progetto di e con Antonio Tagliarini

accompagnamento drammaturgico Gaia Ginevra Giorgi
assistente alla creazione scenica Gianmaria Borzillo
progetto sonoro Emanuele Pontecorvo
progetto luci Elena Vastano

coproduzione (in definizione) Index Muta Imago, Triennale Milano Teatro

Index Muta Imago è sostenuta dal Ministero della Cultura
debutto: Triennale di Milano, prima settimana di Maggio 2023

Note di regia
Da novembre 2022 inizia un periodo di indagine, di ricerca alla Triennale d’Arte di Milano, dove sono artista residente per tre anni.
La prima emersione di questo percorso avverrà al Festival FOG di Milano nella primavera 2023 con la prima apertura al pubblico di una performance che mi vede per adesso unico interprete.
Una performance in divenire, in cerca di una possibile definizione.
Una performance che cerca spazi non tradizionalmente teatrali.
Una performance ecologica e flessibile.
Partendo da una riflessione sul cervello della poetessa e naturalista Diane Ackerman inizio questa mia ricerca da queste mie parole dedicate al corpo:

Quel luccicante cumulo dell’essere, quel parlamento di cellule interdipendenti, quella fabbrica di sogni, quel piccolo tiranno dentro una membrana permeabile, quel mucchietto di neuroni che decide ogni cosa, quel piccolo ovunque, quella mutevole reggia del piacere, quel campo di battaglia per la libertà, quella inestimabile risorsa di esperienze, quel campo di ogni possibile cambiamento e ridefinizione, quell’abisso di passioni, quel incredibile e sorprendente mistero che è il corpo.

Uno degli assi drammaturgici di questa ricerca mi vedrà concentrato sul dispositivo dell’intervista.
Vorrei prima di tutto costruire un’intervista disfunzionale e sovversiva.
Un auto-intervista cattiva, ridicola, atroce, intelligentemente stupida.

Intra-vedere, questa è l’origine etimologica della parola intervista.
Un tentativo di intra-vedere qualcosa o qualcuno che sta di fronte a te.
Come essere di fronte a un elefante, e osservarlo.
Come essere di fronte ad una formazione rocciosa e osservarla.
Essere di fronte a un mistero.

Due persone, una di fronte all’altra: una pone delle domande che ha pensato, preparato, strutturato e l’altra prova a rispondere. Questa la struttura classica di un’intervista.
Ci sono le parole e poi c’è qualcos’altro che si colloca in un’altra dimensione percettiva che mi interessa.
Un tentativo di intra-vedere, un tentativo di conoscere, di affacciarsi in quella fitta e misteriosa giungla che è un essere vivente.
Quando sono di fronte a una persona qualcosa di lei rimane escluso dalle normali possibilità intuitive e conoscitive dell’intelletto umano, c’è appunto un mistero.
Ed è proprio su questo asse che si incentra la mia ricerca: riaprire il mistero, il non detto, la lacuna, il proibito, la follia, lo spazio, il corpo, l’imprevedibile.
Rendere la percezione instabile, mutevole.

Come in tutti i miei lavori la drammaturgia, la scrittura del corpo, delle parole e dello spazio iniziano e si compongono in sala prova, durante tutto il lungo periodo di creazione e troveranno la loro forma ultima e definitiva aprendosi al pubblico, elemento fondante nelle mie creazioni.

Il rapporto tra finzione, autobiografia e auto-fiction è un altro asse di questa mia ricerca. Tutto potrebbe essere vero o inventato, ed è proprio in questo interstizio che mi voglio situare. La realtà è un compromesso continuo con la verità.
Non abbiamo tempo per essere noi stessi, non abbiamo tempo per essere felici, non abbiamo tempo per essere quello che desideriamo, non abbiamo tempo per essere ciò che non siamo.

Fino a che punto riusciamo a seguire ciò che desideriamo fino in fondo?
Siamo disposti a mettere tutto in discussione per ciò che siamo, vogliamo e crediamo? “Protect me from what I want”. Un enorme scritta al neon che anni fa ho visto su alcuni palazzi in un viaggio e che si è incisa nel mio dna. È un’opera dell’artista Jenny Holzer. È una canzone dei Placebo.
Potrebbe essere il titolo di questa performance.
È paradossale che se da una parte viviamo in una società che sembra continuamente spingerci verso la soddisfazione del desiderio allo stesso tempo viviamo in una società repressiva perché se seguissimo fino in fondo i nostri desideri, ogni cosa diventerebbe incontrollabili, caotica, felice, pericolosa, eccelsa.

Amo la leggerezza, l’ironia. Un po’ di sana e intelligente stupidità mi hanno salvato nei momenti più bui. Non penso mai alla risata come obiettivo finale ma come una soglia, un confine di intimità e vulnerabilità tra me e il pubblico.

Dedicherò un tempo di ricerca sul suono, sulla percezione sonora del corpo, la sua capacità di produrre suoni dall’interno e di tradurre stimoli sonori dall’esterno.
Nel tentativo di innescare cortocircuiti sonori e percettivi.
Lavoro con Emanuele Pontecorvo, un sound-designer con cui ho già collaborato.

Antonio Tagliarini, ottobre 2022

 

Antonio Tagliarini è autore, regista e performer. Il suo primo amore, e di conseguenza la sua formazione, sono la danza contemporanea e la performing art, che segnano profondamente il suo rapporto con l’arte scenica. Comincia poi a studiare ed approfondire l’arte più strettamente teatrale.
È autore e interprete di diversi spettacoli e performance che presenta in molti festival italiani e internazionali (Primo Premio come Miglior Spettacolo al BE Festival di Birmingham nel 2014). Co- autore di diversi progetti performativi (con Miguel Pereira, Idoia Zabaleta, Ambra Senatore, Rimini Protokol), lavora come interprete con Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Massimiliano Civica, Fabrizio Arcuri, Lotte Van de Berg, tra gli altri.
Nel 2007 conosce Daria Deflorian, un incontro importante, folgorante. Nasce una intensa collaborazione artistica che porta alla creazione di molti progetti teatrali pluri-premiati sia in Italia che all’estero (Premio Ubu 2014 come Miglior Novità Drammaturgica, Premio della Critica 2015 Miglior Spettacolo Straniero in Quebec/Canada, 2019 Premio Riccione per la Drammaturgia, 2021 Premio Hystrio alla Drammaturgia).
Docente di molti progetti di formazione e tutoraggio, tra cui quelli più recenti: docente presso l’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nel 2020/21/22, Les Teintureries di Losanna 2020-2022, la Biennale Teatro College 2022, lo IUAV-Venezia 2022.